La Modena dei Romani
Lo sapevi che Modena ha origini Romane?
Sì, si chiamava “Mutina” e a detta di Cicerone era "splendidissima et floridissima".
Fondata nel 183 a.C. come colonia di diritto romano, dai triumviri Marco Emilio Lepido, Tito Ebuzio Parro e Lucio Quinzio Crispino, che condussero da Roma duemila cittadini, la nostra città affonda le sue radici nell'antichità. “Mutina” è stata un importante centro strategico e commerciale dell’intera regione Emilia-Romagna, soprattutto dopo la costruzione della via Emilia che univa Roma alle città emiliane favorendo così i collegamenti e gli scambi. I Romani scelsero, infatti, di fondare la città proprio in questa zona perché crocevia di importanti vie di comunicazione e di commercio, che collegavano l'Italia settentrionale con il resto del paese.
Durante il periodo romano, “Mutina” conobbe un grande sviluppo urbanistico, con la costruzione di importanti monumenti ed edifici pubblici e privati come il foro, le terme, l'anfiteatro e ovviamente le sue “domus”. Purtroppo, le tracce di queste costruzioni sono andate quasi interamente perdute (anche se sono state fatte delle ricostruzioni molto interessanti) a causa delle inondazioni dei fiumi e oggi le antiche costruzioni del passato sono sepolte sotto strati di fango ad una profondità di 5/6 metri dalla superficie. Devi sapere, però, che è ancora possibile ammirare alcuni ritrovamenti dell’epoca per lo più rinvenuti per caso durante gli scavi condotti nel centro storico.
In questo articolo, quindi, abbiamo pensato sia di raccontarti di come doveva essere la “Mutina” di un tempo sia dove puoi ancora ammirare alcuni dei reperti Romani.
Curioso? Lascia che ti diciamo tutto!
C’era una volta Mutina
Certo che immaginarsi un anfiteatro romano nel centro storico della città fa piuttosto impressione oggi giorno e invece pare proprio che sia così!
Un indizio tangibile della presenza di questa struttura è l’individuazione nel 1883 di un “grosso muro” in laterizi in via S. Geminiano assieme a frammenti architettonici in pietra e marmo. Un’ulteriore conferma indiretta, poi, ci viene fornita dall’andamento curvilineo delle vie Mondatora e Canalino, corrispondente alle mura dell’anfiteatro.
Infine, intorno al 1940, durante alcune trivellazioni di cortili e scantinati, si rilevò la presenza di manufatti in mattoni ad una profondità progressivamente discendente che fu interpretata come un indizio dell’esistenza di strutture a gradoni riconducibili, appunto, ad un anfiteatro.
Oltre all’anfiteatro, c’era il foro, il luogo pubblico più importante della città dove venivano svolte le principali attività politiche, amministrative e sociali, ed è probabile che fosse localizzato nella zona centrale di “Mutina” in prossimità della via Emilia.
Nelle vicinanze del foro, poi, si può ipotizzare la presenza di un importante complesso termale, databile a partire dal I secolo d.C. Alcuni ritrovamenti sotto l’attuale Palazzo della Provincia, tra Corso Adriano e Viale Martiri della Libertà, ne confermano l’esistenza.
Se vuoi approfondire l’argomento e avere più dettagli dei ritrovamenti, nonché visionare le affascinati ricostruzioni digitali di queste costruzioni puoi visitare il sito dedicato a Mutina Romana realizzato dal Comune di Modena in collaborazione con il Museo Civico Archeologico Etnologico.
Ma dove si possono ancora vedere dei reperti risalenti a quest’epoca? Continua a leggere per scoprirlo.

Dove ritrovare oggi le tracce della Mutina Romana
Il Novi Ark
Situato all'interno dell’annello del Parco Novi Sad, il parco archeologico Novi Ark custodisce rinvenimenti di un settore periferico della città di “Mutina” che era attraversato da una grande strada in ciottoli.
Durante lo scavo, oltre alla strada, è venuta alla luce una necropoli con numerose tombe e monumenti funerari, due edifici rurali, vasche e impianti produttivi, e tre discariche contenenti scarti di anfore e altri materiali archeologici.
L’istituzione del parco archeologico NoviArk nasce dall’esigenza di valorizzare i resti romani rinvenuti durante gli scavi per la realizzazione del parcheggio interrato. Per far questo è stato necessario smontare le strutture rinvenute a 5 metri di profondità per poi rimontarle in superficie.
Ecco, allora, che il tratto di strada romana recuperato, lungo circa 118 metri e largo 5, è interamente visibile così come le stele funerarie che sono state esposte al suo fianco con l’obiettivo di simulare la ricostruzione dell’antica necropoli di età imperiale.
Presso il NoviArk sono stati rimontati anche i resti di due edifici rurali, un pozzo, una vasca rettangolare con pavimentazione in ciottoli, utilizzata probabilmente per lavare le pecore prima della tosatura, e un grande bacino circolare dalle pareti in mattoni che serviva per l’allevamento delle carpe.
In un ambiente del parcheggio interrato, potrai infine trovare esposte alcune belle anfore recuperate dalle grandi buche della discarica.
Il Lapidario Romano
Un altro luogo molto suggestivo in cui respirare l’atmosfera dei tempi romani è sicuramente il Palazzo dei Musei dove sono conservate due collezioni di lapidari, tra cui quella romana.
Situato al piano terra, dell’ala ovest del Palazzo, il lapidario romano
espone i bellissimi monumenti funerari delle necropoli della città di “Mutina”, venuti alla luce negli ultimi 40 anni nelle aree esterne al perimetro della città romana.
La collezione di lapidi e monumenti funerari stupisce per la sua ricchezza. In particolare, il monumento di Vetilia Egloge, databile al I secolo d.C., colpisce per l'imponenza dell'ara costruita da più blocchi di pietra calcarea che, sovrapposti, raggiungono un'altezza di oltre 4 metri.
Il Museo Civico
Sempre all’interno del Palazzo dei Musei si trova il Museo Civico dove potrai ammirare alcune raccolte archeologiche risalenti all’età romana.
Tra i numerosi reperti in mostra ci sono i ricchi arredi della domus rinvenuta negli anni’60 in via Università risalente a I secolo a.C. Dallo scavo furono recuperati elementi in bronzo come una raffinata fontana con getti per l’acqua e una serie di supporti per i triclini, i letti su cui padroni di casa e i loro ospiti si sdraiavano per il pranzo, oltre ai montanti di un tavolino e ad un candelabro.
E ancora, nella raccolta è presente anche una selezione di corredi funerari, tra cui spicca quello del sarcofago rinvenuto in Piazza Matteotti nel 1947, che comprende oggetti in legno, preziosi spilloni con parti in oro e raffinati contenitori in vetro.
Il Duomo di Modena
Infine, anche nell’architettura del Duomo di Modena è possibile scorgere reperti dell’antica “Mutina”.
Innanzitutto, alcuni dei marmi utilizzati per la sua costruzione sono stati recuperati da vecchi edifici romani, come l’anfiteatro. Poi, i leoni stilofori del Portale Maggiore, la porta d’ingresso posta al centro della facciata della cattedrale in Corso Duomo, sembrano essere stati ritrovati nel sottosuolo al tempo della costruzione dell’edificio e provenire con ogni probabilità da un antico sepolcro.
Un itinerario affascinante che ci riporta ai tempi antichi del grande Impero Romano e dell’influenza che ha avuto anche sulla nostra città.
Se stai pensando di organizzare una visita a Modena metterti sulle tracce dei Romani potrebbe essere un’idea per un itinerario storico-culturale alternativo.
Come sempre, ti ricordiamo che siamo a disposizione per l’organizzazione del tuo soggiorno. Se hai domande non esitare a contattarci. Ti aspettiamo!





