Mirandola
con le più importanti imprese del settore ed è una delle maggiori zone di produzione di meloni e cocomeri del nostro paese. Mirandola insieme a Finale Emilia è stata epicentro del terremoto del 2012 e al momento la gran parte dei monumenti di rilievo come il Castello dei Pico, il Palazzo Comunale, l'Oratorio del Santissimo Sacramento, la Chiesa di San Francesco e l'Oratorio della Beata Vergine della Porta sono chiusi per restauri.
Una curiosità: legata alla storia di Mirandola c’è la leggenda della nascita dello Zampone secondo cui durante l'assedio delle truppe di papa Giulio II, nel 1511, i cittadini macellarono tutti i maiali per evitare di consegnarli nelle mani degli invasori e, per conservarne le carni, le macinarono e le insaccarono nelle zampe dei suini.
Perchè venirci
Anche se parte del centro storico, il castello e alcune chiese hanno subito gravi danni strutturali a causa del terremoto, passeggiando per le vie della città ti sarà possibile notare come i lavori di ristrutturazione stiano gradualmente riportando il tutto alla normalità. Il duomo, che da qualche tempo è stato restituito ai suoi abitanti, ne è prova! Mirandola, come tutta la Bassa modenese, è poi un luogo perfetto per gli amanti del cicloturismo ed una terra dove è possibile gustare i sapori della tradizione emiliana.
Da non perdere
Collegiata di Santa Maria Maggiore, Duomo di Mirandola
Fatto edificare dai Signori di Mirandola nel XV secolo si presenta in forme tardogotiche. È stato riaperto nel 2019 dopo il restauro post-terremoto.
Mobimed, mostra permanente del biomedicale mirandolese, è stata inaugurata nel maggio del 2010 nello spettacolare scenario del Castello dei Pico. L’obiettivo di questa esposizione è quello di conservare, valorizzare e diffondere la storia e le capacità creative e produttive del distretto. Il punto di partenza per far conoscere l’importanza del territorio ad ospiti nazionali e internazionali e per far capire agli studenti di ogni ordine di scuola il valore produttivo-economico del comparto biomedicale mirandolese. Dopo il sisma, che ha reso inagibile il castello, la mostra è stata quindi re-inaugurata il 27 maggio del 2013 nei nuovi locali in via O. Focherini 17.
Sulla tavola
Oltre ai prodotti tipici del territorio modenese tra i quali l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP e IGP, il Parmigiano Reggiano DOP, i Lambruschi, lo Zampone, il Cotechino e i piatti della tradizione, come la pasta fresca all’uovo, in questa zona si produce anche il Salame di San Felice, un salame dal profumo invitante e appetitoso e dal caratteristico sapore dolce. Ottenuto da carni suine selezionate provenienti esclusivamente da allevamenti locali, ha un colore rosso rubino intenso e una particolare morbidezza che gli derivano dalle carni e dall'uso, nell'impasto, di vino rosso, rigorosamente Lambrusco.
La zona di produzione e confezionamento del Salame di San Felice è rappresentata esclusivamente dalle località comprese nei territori dei comuni della provincia di Modena di Camposanto, Cavezzo, Concordia sulla Secchia, Finale Emilia, Medolla, Mirandola, San Felice sul Panaro, San Possidonio e San Prospero. Un altro piatto tipico e molto prelibato di questo territorio è il Maccherone al pettine delle valli mirandolesi. I vari ristoranti della zona specializzati nella cucina tradizionale lo propongono regolarmente nei loro menù ma è possibile anche gustarlo in occasione delle numerosissime manifestazioni che si svolgono abitualmente da maggio a dicembre sul territorio tra Gavello, Mortizzuolo, San Martino Spino, San Giacomo Roncole e Quarantoli. Infine, cocomero e melone, anche protagonista di sagre e fiere della zona, sono presenze abituali sulle tavole estive della Bassa modenese.
Nei dintorni
Scoprire il territorio in bicicletta
Diversi sono i percorsi cicloturistici che coinvolgono la cittadina. Da segnalare c’è sicuramente la pista ciclabile che collega Mirandola a Finale Emilia, lungo cui è possibile ammirare il recupero perfetto della struttura ferroviaria abbandonata. I 30 km della pista corrono infatti lungo l’ex-ferrovia ottocentesca che attraversava le campagne locali. L’itinerario non presenta alcuna difficoltà ed è quindi ideale per le famiglie anche perché si pedala quasi sempre in aperta campagna e lontano dal traffico. Il percorso inizia nel centro storico di Mirandola.
Le Valli mirandolesi
Decretate in ambito comunitario Zona a Protezione Speciale (ZPS) per l'avifauna, le Valli mirandolesi costituiscono un vero e proprio tempio del birdwatching. Qui, nel loro contesto naturale, è possibile osservare specie rare ed accedere a molteplici servizi. Presso le valli, poi, sono inoltre visitabili i caratteristici barchessoni. Il Barchessone Vecchio (Al Barcsòn Vècc in dialetto mirandolese) è uno storico edificio agricolo delle valli mirandolesi situato nelle campagne a sud della frazione di San Martino Spino.
Stazione Ornitologica Modenese “Il Pettazzurro"
A Mortizzuolo di Mirandola, in via Montirone, è presente la Stazione Ornitologica Modenese “Il Pettazzurro” gestita da preparati volontari che si occupano della migrazione dei volatili. La varietà di biodiversità presente ha portato ad oggi al censimento di 312 specie di uccelli, alcune anche rare in Italia, così che all’interno di questa stazione vengono organizzate giornate dedicate ai birdwatcher, ai fotografi naturalistici e a tutti coloro che vogliono avvicinarsi alla natura ed all’osservazione di questi bellissimi esemplari.
Quando venirci
Le stagioni migliori per una visita in queste zone della Bassa modenese sono certamente la primavera e l'autunno per via del clima mite e dei tanti eventi a cui potrai partecipare in questo periodo.